Collezione d'arte belga africana. Scultura in bronzo raffigurante un mitico cavaliere, antenato o capo religioso Dogon. Patina dorata. Le frequenti rappresentazioni di cavalieri tra i Dogon del Mali si riferiscono alla loro cosmogonia e ai loro complessi miti religiosi. Infatti uno dei Nommo, antenati degli uomini, resuscitato dal dio creatore Amma, discese sulla terra portato da un'arca trasformata in cavallo. Inoltre, la massima autorità del popolo Dogon, il capo religioso di nome Hogon, sfilava sulla sua cavalcatura durante la sua intronizzazione perché secondo l'usanza non doveva mettere piede a terra. Nella regione delle scogliere di Sangha, inaccessibili a cavallo, i sacerdoti lo indossavano, nitrendo in riferimento al mitico antenato Nommo. I fabbri Dogon formano una casta endogama tra i Dogon chiamata irim. Ora producono armi, strumenti e lavorano anche con il legno. "Maestri del fuoco" associati nella cosmogonia Dogon agli esseri primordiali "Nommo" creati dal dio Ama, dovrebbero anche guarire le ustioni. Piccoli oggetti metallici, realizzati con la tecnica della cera persa, erano diffusi nella regione del delta del Niger interno, con il rame che vi arrivava attraverso il commercio trans-sahariano.
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