L'arte africana del Benin è descritta come arte di corte perché è strettamente associata al re, noto come l'Oba. La tradizione degli oggetti di corte in bronzo del Regno del Benin risale al XIV secolo. Le numerose teste e statue in lega di bronzo realizzate dagli artisti del Benin erano riservate all'uso esclusivo degli abitanti del palazzo reale e, il più delle volte, poste su altari consacrati da ogni nuovo Oba. Questa tarda scultura, che ricorda quelle realizzate quando la regina morì, presenta una regina madre del Benin chiamata Iyoba, il cui collo è circondato da molteplici collane di perle di corallo. Anche la sua pettinatura alta era composta da una rete di perle che le cadevano su entrambi i lati del viso. Dopo la nascita del futuro re, la regina fu "rimossa" dal potere e non poté più essere padre. Ma alla fine del XV secolo l'Oba Esigie si rifiutò di conformarsi a questa pratica e volle attribuire la città di Uselu alla madre. In segno di riconoscimento ha sollevato un esercito per andare a combattere l'Igala del Nord. L'Oba gettò una testa nella sua effigie, tra le tante opere fuse a cera persa, per metterle sul suo altare dopo la sua morte. (Benin, B. Plankensteiner)
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