Prodotti dai pigmei della foresta dell'Ituri nella Repubblica Democratica del Congo, questi tessuti tessuti con fibre di corteccia di ficus venivano dipinti dalle donne. Gli uomini tagliavano il legno e martellavano la corteccia, mentre le donne generalmente utilizzavano un decotto di gardenia mescolato con cenere di carbone per disegnare disegni simili ai tatuaggi sfoggiati dai membri della tribù. Il ritmo e lo spazio creato tra i diversi segni avrebbero anche un legame con i canti polifonici attraverso i quali i pigmei dell'Ituri si rivolgono a Dio. I Mangbetu, in contatto con i pigmei Asua, producevano un tipo simile di tessuto (chiamato tapa in Oceania) decorato con simboli più complessi chiamati murumba o nogetwe. Questo tipo di tessuto, se non veniva indossato come perizoma, poteva essere teso sulle pareti interne delle capanne. Rif. : “Arte senza pari” J. Volper; “Africa, l'arte di un continente” ed. Prestello.
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