Sculture d'arte africana e maschere tribali "cubiste" Questa maschera stilizzata della regione centrale dell'Ijo, partendo dallo stile di quella dell'Ijo Kalabari, è associata agli spiriti della natura. Era usato da una delle confraternite maschili sekiapu o "persone che ballavano" che lo portavano obliquamente sul capo. Un pannello traforato, su cui sono fissati piccoli rombi di legno, reca al centro un viso dagli occhi sporgenti e la bocca dentata. Patina opaca croccante. Crepe di essiccazione, perdite. Possibilità di sospensione a parete grazie a un foro per appenderla. Gli Ijo del delta del Niger vivono principalmente di pesca e agricoltura, ei loro piccoli villaggi si trovano in zone paludose a ovest del fiume Nun. I riferimenti al loro passato di guerriero abbondano invece in reliquiari, rituali e feste mascherate. Le loro maschere e altre produzioni artistiche hanno lo scopo di onorare gli spiriti acquatici, oru o owuamapu, che venerano e ai quali sono stati fatti sacrifici. I pescatori dovevano stare attenti a non offendere questi spiriti, altrimenti potevano abbattere la loro ira per mezzo delle varie specie animali pericolose della regione, come ippopotami, coccodrilli o pitoni. Considerano anche tutte le loro maschere, zoomorfe o antropomorfe, Owumo, come spiriti dell'acqua. ("The Other Face", ed.A.Biro e "Arts of Nigeria" ed.5Continents.)
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